Claudio STRINATI, historien d’art, administrateur et surintendant des musées de Rome jusqu’en 2010, organisateur de l’exposition commémorant les 400 ans de la mort de Caravage nous invite à découvrir le parcours et l’œuvre du jeune peintre Riccardo ROSSATI.

« Riccardo Rossati ha pubblicato nel 2014 (La lepre edizioni Roma) un utilissimo e interessantissimo manuale di tecniche della pittura a olio intitolato Il Canto della materia. A distanza di circa cento anni Rossati ha ripreso nel suo libro, con molta intelligenza competenza e originalità, un discorso cominciato da Giorgio de Chirico e in parte sviluppato anche dal suo grande fratello Alberto Savinio.
Infatti de Chirico, giunto ad un punto culminante della sua carriera, dopo avere inventato l’idea della “pittura metafisica” che avrebbe avuto poi una profonda influenza sul Surrealismo francese, sentì il bisogno di confrontarsi con il passato classico della pittura rinascimentale e barocca, e cominciò studiare a fondo le tecniche dei pittori antichi, non per riprodurle tali e quali ma per avere la certezza di dialogare sul serio con il passato allo stesso livello di capacità espressiva. Lasciò così una lezione che continuò a nutrire quei giovani artisti italiani che cominciarono a lavorare alla fine degli anni settanta del Novecento proprio quando il grande maestro si congedava dalla vita terrena.

Riccardo Rossati appartiene alla generazione successiva.

Nato nel 1971 Riccardo ha rivissuto in sé una parte di quella tensione morale ed estetica consegnata da de Chirico ai suoi successori e allora si capisce bene quanto il titolo che ha dato al suo libro, Il Canto della
materia, sia importante e significativo molto significativo. Le opere presentate adesso in questa mostra sono, a ben vedere, la migliore spiegazione di un tale titolo e permettono a tutti gli amanti dell’arte di cogliere la connessione tra il lavoro di un pittore italiano giovane ma già giunto a una considerevole maturità e il retaggio proveniente dalla pittura Metafisica di de Chirico.
Il punto di connessione (e di differenza, naturalmente) è appunto nel “canto” della materia pittorica. Rossati, che è un figlio d’ arte e di tale discendenza raccoglie frutti notevoli pur manifestando una personalità del tutto indipendente e autonoma, condivide con De Chirico l’idea in base a cui la tecnica di un artista nasce dalle sue idee estetiche e le idee estetiche a loro volta possono essere realizzate solo attraverso una tecnica che da quelle idee dipende in modo necessario.
La materia della pittura in se stessa è inerte, ha spiegato Rossati nel suo trattato, ma diventa un’idea estetica quando l’artista la trasforma in qualcosa di vivente e cosciente. Rossati, insomma, vuole rappresentare l’energia vitale che è latente nella materia del pittore per cui le immagini scaturiscono da questa materia, resa vivente dall’ artista, diventando simboli di quell’animazione universale di tutte le cose che è, in definitiva, l’essenza stessa dell’arte, qualunque tecnica venga utilizzata dall’artista stesso.
E’ interessante che Rossati abbia usato la parola “canto”, quasi volesse richiamarsi ai riti primordiali di quei popoli che comunicano, ancor prima della scrittura e dell’ immagine, attraverso il suono che percorre l’universo e può essere compreso a prescindere dal livello culturale o morale del singolo individuo. E’ questo un mito soprattutto orientale che dall’India giunge fino all’ Australia, e orientali sono le figure che Rossati preferibilmente ci fa vedere, forte anche delle sue specifiche esperienze in quei mondi solo apparentemente lontani. Per fare questo, però, passa anche attraverso le suggestioni promananti dal mito greco e latino.
E’ il mito più vicino alla nostra sensibilità e da questo abissale amalgama nascono le immagini dei Giani bifronti che sono, però, immagini femminili di idoli ancestrali in cui la materia pittorica raggiunge appunto quella fremente animazione che altro non è che il simbolo supremo dell’ Eros, il mito dei miti.
L’Eros è il canto della materia, anche quando le immagini di Rossati non sono esplicitamente sensuali. Ma il canto della materia suggerisce una singolare dimensione di evocazioni e magia, rimarcata proprio dal modo del tutto particolare di dipingere del giovane maestro in una continua metamorfosi delle forme che mutano pur restando sempre se stesse. In certi momenti la materia pittorica si presenta grumosa e indurita, in altri liscia e compatta, in altri brulicante e profonda, come se Rossati dipingesse con il criterio della sincronia e della diacronia, per cui le figure da un lato ci sembrano provenire da distanze siderali, dall’altro invece, quasi a contrasto, si pongono davanti a noi con l’evidenza della quotidianità più semplice e immediata in cui siamo tutti immersi. E’un aspetto, questo, della vita vera che nella pittura francese fu più volte praticato, specie nel passaggio tra Otto e Novecento e basterebbe evocare la pittura di Renoir, tanto amata da de Chirico.
Un tipo di arte che, pur diversissimo nella materia pittorica. È ripreso e riattivato da un maestro come Rossati proprio a partire dal racconto dell’Eros.
Rossati ha lavorato tanto su una tematica del genere e questa mostra lo fa capire molto bene, con una sequenza di opere di qualità molto alta e di grande impegno concettuale, ma va ricordato come il giovane maestro abbia lavorato e lavori anche su tematiche evocanti l’architettura e l’ambiente naturale, con mentalità analoga e con intensità altrettanto vibrante.

Ma questa mostra è tutta concentrata sul punto cruciale della sua creatività : il rapporto strettissimo e inscindibile tra un potente afflato emotivo e una lucidissima consapevolezza teorica.
E’ evidente in lui quel senso del “valore tattile” del quadro di cui già all’ inizio del secolo scorso parlava il
grande storico dell’ arte Bernard Berenson per descrivere l’emozione provata di fronte a certi capolavori della pittura antica la cui evidenza fisica sollecita con pari intensità il senso della vista e quello del tatto.
E’ proprio quello che Rossati ci dimostra e la visita alle sue opere è una vera esperienza estetica che incita la mente di ognuno di noi a guardare oltre le apparenze dell’ immediato alla ricerca di una verità e di una realtà più profonde, affascinanti e misteriose. Realtà che l’arte rintraccia e descrive con estremo acume e precisione assoluta ».
Claudio Strinati – 2018.

En 2014, Riccardo Rossati a publié un manuel très propice et fécond traitant des techniques de peinture à l’huile intitulé Il Canto della materia (La lepre edizioni, Rome). Cent ans plus tard, dans son livre, Rossati reprend avec intelligence et compétence un discours commencé par Giorgio De Chirico et aussi partiellement développé par son frère illustre Alberto Savinio.
De Chirico a atteint le point culminant de sa carrière, après avoir inventé l’idée de « peinture métaphysique », qui aurait eu une profonde influence sur le surréalisme français. Ressentant le besoin de se pencher sur les classiques de la peinture de la Renaissance et du baroque, il a alors commencé à étudier les techniques des peintres anciens, non pour les reproduire en tant que telles, mais pour avoir la certitude de dialoguer sérieusement avec le passé à un même niveau de capacité expressive. Il a ainsi laissé un savoir-faire qui a continué à nourrir les jeunes artistes italiens de la fin des années soixante-dix, au moment où le grand maître s’est éteint.
Né en 1971, Riccardo Rossati appartient à la génération suivante de successeurs ayant hérité de la tension morale et esthétique laissée par De Chirico. Le titre donné à son livre, Le chant de la Matière (Il Canto della materia), est par conséquent très significatif.
Les œuvres présentées maintenant dans cette exposition constituent, avec le recul, la meilleure illustration d’un tel titre, permettant à tous les amateurs d’art de saisir le lien qui existe entre le travail d’un jeune peintre italien à la maturité considérable, et le patrimoine provenant de la peinture métaphysique de De Chirico.

Le point de connexion (et de différence, bien sûr) se situe précisément dans le « chant » de la matière picturale.  Rossati, fils d’artistes et issu d’une famille d’artistes, qui en a récolté les fruits remarquables tout en exprimant une personnalité totalement indépendante et autonome, partage avec De Chirico l’idée selon laquelle la technique d’un artiste découle de ses idées esthétiques et de ses pensées. A son tour, l’esthétique ne peut être produite que par une technique dépendant nécessairement de ces idées. Comme l’explique Riccardo Rossati dans son traité, le sujet même de la peinture est inerte, mais il devient une idée esthétique à partir du moment où l’artiste le transforme en objet vivant et conscient. Pour résumer, Rossati vise à représenter l’énergie vitale latente et propre à la matière du peintre dont les images émanent. Cette matière, rendue vivante par l’artiste, devient ainsi le symbole de l’animation universelle de toutes choses qui accomplit finalement l’essence de l’art, quelle que soit la technique utilisée par l’artiste.
Il est intéressant de noter l’utilisation par Rossati du mot « Canto » (Chant), comme pour rappeler les rites primordiaux de ces peuples qui communiquent, même avant l’écriture et l’image, à travers le son traversant l’univers et pouvant être compris quel que soit le niveau, la nature culturelle ou morale des individus.
Rossati nous donne ainsi à voir le mythe, plus particulièrement oriental, originaire d’Inde ou d’Australie, et des figures orientales, fortes également de ses expériences spécifiques dans ces mondes apparaissant au lointain, également approchés par le truchement de suggestions émanant des mythes grecs et latins. De cette dernière mythologie, plus proche de notre sensibilité et de cet amalgame abyssal, naissent les images des Janus bifronts, qui sont cependant des images féminines émanant d’idoles ancestrales et dans lesquelles la matière picturale atteint précisément cette animation tremblante, symbole suprême de la réalité. Eros, figure mythique par excellence, incarne alors le chant de la matière, même lorsque les images de Rossati ne sont pas explicitement sensuelles.
« Le Chant de la Matière » inspire une dimension singulière d’évocations et de magie, soulignée par la manière très particulière de peindre du jeune maître, ce dans une métamorphose continue des formes qui évoluent tout en restant elles-mêmes. Par moments, la matière picturale apparaît grumeleuse et durcie, d’autres fois lisse et compacte, ou encore grouillante et profonde. Sa peinture navigant entre synchronie et diachronie, les figures semblent d’une part se trouver à des distances sidérales et d’autre part, de manière contrastée, se présenter à nous comme des témoins de la vie quotidienne simple et immédiate, qui oblige tout un chacun. C’est un aspect de la vie réelle qui a souvent été traité dans la peinture française, surtout lors de l’entre-deux du XIXe au XXe siècle, tel que l’évoquait la peinture de Renoir, tant aimée de De Chirico.
Ce type de peinture, bien que très différente sur le plan de la matière, est reprise et réinvestie par un maître comme Rossati à partir de l’histoire d’Eros.
S’il a travaillé avec acharnement sur ce thème que cette exposition lui permet d’appréhender, avec une séquence d’œuvres de très grande qualité et un grand engagement conceptuel, il faut aussi se rappeler le travail considérable et régulier du jeune maître autour de thèmes évoquant l’architecture et l’environnement naturel, dans un même état d’esprit et avec une intensité tout aussi vibrante.

Cette exposition est centrée sur le cœur de sa créativité : la relation très étroite entre un puissant afflux émotionnel et une conscience théorique lucide, tous deux inséparables. Chez Riccardo Rossati, le sens de la « valeur tactile » de la peinture dont parlait le grand historien de l’art Bernard Berenson au début du siècle dernier est évident et nécessaire pour décrire l’émotion, telle que transmise par certains chefs-d’œuvre de la peinture ancienne, dont la preuve physique exhorte le sens de la vue autant que celui du toucher.
C’est précisément ce que Rossati démontre et la visite de ses œuvres est une véritable expérience esthétique qui pousse l’esprit de chacun à regarder au-delà des apparences immédiates, à la recherche d’une vérité et d’une réalité plus profonde, plus fascinante et mystérieuse. Réalité que l’art retrouve et décrit avec une extrême perspicacité et une précision absolue ».
Claudio Strinati – 2018.

In 2014, Riccardo Rossati published a handy and extremely interesting technical manual for oil painting (Il Canto della materia, La Lepre edizioni, Rome). After a hundred years, the artist has taken over with wit, skill, and originality a reflection started by Giorgio De Chirico and partially developed by his great brother Alberto Savinio.
At the peak of his career and after having invented the idea of “metaphysical painting” (which exerted a profound influence on the French Surrealism), de Chirico felt the urge to confront himself with the classical past of Renaissance and Baroque painting and started studying the techniques of ancient masters. The aim of this study was not the mere reproduction of past masterpieces; instead, the artist intended to create a dialogue with the past, at a similar level of artistic ability. This lesson was well understood by many young Italian artists, who started their work in the Seventies when the great maestro left this world.
Riccardo Rossati is part of the generation that followed by.
Born in 1971, Riccardo experienced a part of the moral and esthetical tension that is De Chirico’s heritage; it is therefore comprehensible how relevant and meaningful is Riccardo’s book title, Il Canto della materia (The Chant of the Matter).
The works presented in this exhibition offer the best explanation of this title, and they let any art lover appreciate the connection between the work of a young Italian painter – nonetheless gifted with a remarkable maturity – and the heritage of De Chirico’s metaphysical painting.

The point of this connection, or divergence, is the “chant” of the pictorial matter. Rossati, coming from an artists family, whose influence is evident but at the same time divergent in terms of personality and expressive independence of his, shares with De Chirico the idea that an artist’s technique comes from his aesthetic ideas, which, in turn, may come to reality only through a technique that necessarily depends on, and is influenced by, these ideas. In itself, the painting matter is inert, as Rossati explained in his treatise; however, it becomes an aesthetical idea only when the artist transforms this matter into something living and conscious.
Rossati aims to represent the vital energy that is latent in the painter’s matter, so that images come out of this matter, made as a living thing by the artist, to become symbols of the animation of all things. Such animation is the essence of art itself, whatever technique is used by the artist.

It is interesting that Rossati used the word “chant” as if he wished to recall the primordial rites of the cultures which communicate, even before words and images, with the sound that crosses the universe and can be understood independently from the cultural or moral level of the individual. There is an underlying Oriental myth here, diffused from India to Australia, as much as Oriental are Rossati’s multitudes of favourite subjects – those deriving from numerous experiences he had in those worlds, only apparently distant from us.
However, Rossati evokes also the mythology of ancient Greece and Rome. From these myths, so close to our sensitivity, the figures of the double-faced Janus are brought forth; they are, however, female ancestral figures of idols, whose pictorial matter reaches its quivering animation, which is just the supreme symbol of Eros, the myth of all myths.

Eros is the chant of the matter, even when Rossati’s images are not explicitly sensual.
This chat is suggestive of a specific, and singular, realm of summoning and magic, remarked by the peculiar way of painting of this young maestro, in a continuous metamorphosis of forms that change continuously, even when they remain themselves forever.

Sometimes, this pictorial matter appears as lumpy and hardened, smooth and dense, teeming and profound: it is as if Rossati were painting with the criteria of synchrony and diachrony, so that the figures seem to be coming from sidereal distances, while, at the same time, being just here, with the evidence and immediateness of our everyday life.
This aspect of real life was practiced many times throughout the French painting tradition, especially between the Nineteenth and Twentieth century, as in the painting of Renoir, that De Chirico loved. It is this kind of art, so different in its matter, which Rossati reactivates with the tale of Eros.
Rossati has been working extensively on this theme, as this exhibition demonstrates; all of the pieces show high quality and conceptual engagement. However, this young maestro has a long experience also with architectural works and the natural environment, performed with the same mentality and the same, vibrant intensity. Here, however, we focus on the crucial point of his creation: the strict and unbreakable relationship of a powerful emotional drive and an incredibly keen theoretical awareness.
This is apparent in terms of “tactile value” of the painting, as at the beginning of last century a great art historian Bernard Berenson explained, when he described the emotion we feel in the presence of some classical masterpieces, whose physical evidence stimulates, with the same intensity, the senses of vision and touch.
That is just what Rossati shows us: visiting this exhibition is a truly aesthetical experience, inciting our minds to look beyond the immediate appearances, and search for more profound, more fascinating and mysterious truth and reality. It is the reality that art traces and describes, with extreme acumen and precision ».
Claudio Strinati – 2018.

La Galerie Rachel Hardouin présente Riccardo ROSSATI du jeudi 06 décembre au samedi 19 janvier 2019. Le jeune peintre italien nous invite à méditer sur le « kairos » dans une série de peintures à l’huile et dessins. Réflexions sur le temps du divin.

Vernissage, performances et confidences
jeudi 06 décembre à partir de 18h30

Confidences : l’art de croquer d’après modèle vivant nu
samedi 08 décembre à partir de 16H00*

Initiation à la méditation et réflexions sur le “kairos” en 2019
avec Tensin Kunchap, premier moine tibétain réfugié en France
samedi 12 janvier 2019 à partir de 16H00*

Exposition
du jeudi 06 décembre 2018 au samedi 19 janvier 2019
*sur réservation, participation 30 euros

Découvrez Riccardo ROSSATI dans son atelier, jeune talent à suivre !
Art Contest – Public art commission head office INPDAP (EUR – Tre fontane) – 1999
Special recognition for creative activity – Council of region Lazio – 2012

Rachel Hardouin presenta Riccardo ROSSATI « kairos » dal 6 dicembre 2018,fino al 19 gennaio 2019, dipinti ad olio, disegni e visioni sul sacro atemporale.
Su Riccardo ROSSATI a lavoro, il talento per essere seguito! 
Premio artistico – Commissione per l’ente INPDAP : sala centrale (EUR – il fontane di Tre) – 1999
Riconoscimento speciale per l’attività creativa – Consiglio di regione Lazio. 2012

Rachel Hardouin’s gallery presents « kairos » RICCARDO ROSSATI  from December 2018 – 6th,  to January 2019 – 19th, oil paintings, drawings and vison abouth the sacred timeless
Discover Riccardo ROSSATI at work, talent to be followed!
Art Contest – Public art commission head office INPDAP (EUR – Tre fontane) – 1999
Special recognition for creative activity – Council of region Lazio – 2012

Interview of Riccardo Rossati, visuals on request from Rachel Hardouin +33 660 225 014 contact@15martel.com
15 curiosity + experiences welcomes you Wednesday, Thursday, Friday and Saturday from 2pm to 7pm and by appointment at 06 60 22 50 14. The 15 curiosity + experiences is a gallery up the stairs.
15, rue Martel 75010 Paris – building A – 4th floor – intercom « 15 martel galerie ».

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Découvrez le positionnement du  15 curiosity + experiences
Interview de Riccardo Rossati et des artistes, visuels, sur demande, auprès de Rachel Hardouin +33 660 225 014  contact@15martel.com
15 curiosity + experiences vous accueille mercredi, jeudi, vendredi et samedi de 14H à 19H et sur rendez-vous au 06 60 22 50 14. 15 curiosity + experiences est une galerie en étage.
15, rue Martel 75010 – BAT.A – 4e étage – interphone « 15 martel galerie ».